Trento, 30 ottobre 2005
BOATO: TARDIVA LA “SVOLTA” DI DELLAI
Il Verde: «Raccoglie solo ora richieste presentate da tempo.
Ma la Margherita resta una forza di occupazione di potere»
Intervista a Marco Boato
de l’Adige di domenica 30 ottobre 2005
La svolta etica di Dellai? «Tardiva». L’appello del presidente alla Margherita di non diventa re una forza di occupazione? «In contrasto con le scelte di questa legislatura. A partire dall’occupazione di tutte le competenze sul territorio». E il governatore si «comporti da leader della coalizione, non pensi solo alla Margherita». Marco Boato, deputato dei Verdi, definisce «positiva» la riflessione avviata dal premier sul modello di sviluppo del Trentino. Ma con molte sottolineature. Spiega che tutto ha preso il via «dalla provocazione più diretta» degli ultimi giorni, quella di Enrico Pancheri (rubrica «A tu per tu» dell’Adige del 14 ottobre), «il quale su questi temi dovrebbe essere molto cauto ma che ha detto che in Trentino vige ancora il sistema delle tangenti e che la Margherita è un comitato d’affari».
Dellai ha quindi voluto rispondere anche a Pancheri, che in effetti ha anticipato il dibattito di questi giorni?
Diciamo che ha voluto dare una risposta ad un vecchio doroteo che, pur avendo avuto qualche guaio con la giustizia, ha criticato la Margherita. Mi ha colpito il fatto che lo stesso Pancheri fosse in prima fila al convegno di Dimaro: non mi sembrava avesse espresso entusiasmo per questo partito.
Cosa pensa di un presidente Dellai che parla di temi «nuovi», come l’etica, la difesa dell’ambiente, i valori dei no global?
E’ positiva l’apertura di questa riflessione, anche se arriva abbastanza tardiva.
In che senso?
Nel senso che abbiamo vissuto con una forte sofferenza una serie di problemi interni alla coalizione, pur continuando a sostenere Lorenzo Dellai con cultura di governo. Abbiamo portato avanti una serie di proposte che però non sono state accolte, creandoci alcuni problemi con i nostri mondi di riferimento. E’ paradossale il fatto che ora Dellai faccia autocritica ma solo nell’ambito del suo partito.
A quali proposte fa riferimento?
Alle critiche e alle proposte di Boato, Berasi e Bombarda, solo per limitarci all’ambito provinciale: abbiamo fatto molte sollecitazioni, che ora vengono raccolte. Il problema del modello di sviluppo l’ho sollevato io nel corso di una riunione di maggioranza che si è tenuta nel settembre 2004. In quell’occasione proposi un seminario su dove deve andare il Trentino. Un altro esempio è la proposta dell’indice Fil (Felicità interna lorda, ne parliamo a pagina 19, ndr): quando ne parlò lva Berasi fu presa per pazza.
Dellai dice che la Margherita non può più passare come un «comitato d’affari».
Io non arrivo a quest’accusa. Ma c’è un vizio di fondo, ed è quello legato alla costituzione della giunta provinciale, quando Dellai ha attribuito alla Margherita il monopolio pressoché assoluto della gestione del territorio: l’urbanistica, l’ambiente, i trasporti e il turismo. Dellai apre una giusta riflessione, che alza gli occhi dalla quotidianità: ma è ovvio che le pressioni lobbistiche o le accuse di Pancheri vengano rivolte ad un partito che ha utilizzato la logica di occupazione di tutti i gangli vitali.
E c’è il rischio di una degenerazione del partito.
Quando si hanno in mano diverse fette di monopolio è ovvio che le pressioni siano qui, come gli arrivismi.
La svolta di Dellai è stata alimentata anche dalle parole sull’ambiente del vescovo Bressan.
Sì, ma la prima reazione di Dellai è stata scioccamente infastidita. Poi ci sono stati questi ultimi interventi: io prendo sul serio la sua riflessione.
Secondo lei cosa cambierà?
Se non si vuole che una questione reale diventi aria fritta, dobbiamo davvero tener conto del problema della moralità della politica, che è insita nei programmi politici e nei modi in cui questi si realizzano. La moralità riguarda il rapporto tra le scelte attuate e i valori di una comunità.
Il presidente ha suggerito anche lo strumento per un controllo etico nella Margherita: un comitato ad hoc.
Non voglio entrare nelle vicende interne di un partito che non è il mio. Dico però che i comitati etici spesso hanno a che fare con il moralismo. Ma io guardo alla sostanza del problema: Dellai non è solo il leader della Margherita ma anche della coalizione. Le sue sono parole importanti, che spero vengano confermate sul piano politico e istituzionale.
La nuova fase della Margherita non può non riguardare le elezioni politiche. Dellai e Betta pensano ad una lista regionale, assieme alla Svp.
Negli ultimi tempi la Volkspartei ha perseguito i propri obiettivi prescindendo dai rapporti con le forze dell’Unione. Io sono per riprendere l’intesa ma rimane una ferita aperta.
Secondo lei la lista regionale si farà?
Si può fare, anche se il progetto è molto complicato. Io dico però che si deve riflettere di più. Con la Svp abbiamo un complesso d’inferiorità che dobbiamo superare: vogliamo fare come loro ma è come se non ne fossimo capaci.
Lei non si vede proprio nel ruolo di parlamentare di un «partito territoriale»?
Da anni lavoro a fianco dei parlamentari della Svp e ho capito come si muovono. Loro intervengono solo su temi e questioni che riguardano l’Alto Adige. Per questo dico che dobbiamo stare attenti: non possiamo entrare nella logica del partito territoriale. In questi anni abbiamo lavorato a fondo per la salvaguardia delle prerogative autonomistiche certo, ma non ci siamo limitati a questo. Abbiamo lavorato per il bene di tutto il Paese.
Secondo lei non sarebbe più facile vincere le elezioni con una lista unitaria in salsa regionale?
Anche questo è un aspetto da verificare. Abbiamo già iniziato a ragionarci sopra ma prima di tutto dovremo vedere se la riforma elettorale verrà approvata, visto che le sorprese sono sempre possibili. Ricordo però che la lista dell’Ulivo alle ultime europee non ha eletto alcun parlamentare in regione. Gli unici ad eleggerlo siamo stati noi dei Verdi.
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